C’è qualcosa che mi preoccupa più della pandemia, più della guerra, più della siccità e più di queste tre cose insieme.
È l’uniformità di pensiero, la narrazione unica degli eventi.
Essa si è spinta a un punto tale che il solo esprimere un parere difforme è motivo per essere insultati, talvolta estromessi, emarginati.
Ricordiamo che molte persone sono morte per donare alle generazioni future il diritto di pensare.
E non solo la possibilità di pensare ma anche, udite udite, di sbagliare senza essere sminuiti.
Vorrei ricordare a tutti gli scienziati che non è la scienza che salva l’umanità.
La salvezza, per i credenti, viene da Dio e, per i non credenti, dal riuscire a dare senso alle proprie scelte.
La scienza non ha senso in sé. È uno strumento che sarà la nostra coscienza ad usare.
E la scienza, senza coscienza, è una cosa mostruosa.
“Il dolore degli innocenti, nella misteriosa economia cristiana – scrive don Carlo Gnocchi – è anche per la manifestazione delle opere di Dio e di quelle dell’uomo: opere di scienza, di pietà, di amore e di carità. Nella misteriosa economia del cristianesimo, il dolore degli innocenti è dunque permesso perché siano manifestate le opere di Dio e quelle degli uomini: l’amoroso e inesausto travaglio della scienza; le opere multiformi dell’umana solidarietà; i prodigi della carità soprannaturale”
Dario