Episodio 06 | “STARE. ANNUNCIARE. SCACCIARE. “
Vediamo ora un’altra puntata su quello che è l’atteggiamento e l’insegnamento di Gesù, cioè il Gesù pedagogista, il Gesù che ci educa.
Siamo nel Vangelo di Marco, al Capitolo 3, dal versetto 13 al 15:
“Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui.
Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.”
In questi tre versetti – 13, 14 e 15 – Gesù mette ordine nella nostra vita.
Che si sia credenti o meno, la nostra vita procede bene se si muove con un ordine interno, dove “ordine” non significa avere la scrivania ordinata o l’armadio a posto.
Non è di questo tipo di ordine che parliamo. E, se ci pensiamo, anche il caos può essere produttivo…
Però, interiormente, nel nostro spirito, abbiamo bisogno di ordine altrimenti ne soffriamo, stiamo male e alla fine annulliamo anche tutte le nostre buone intenzioni.
Il diavolo conosce bene qual è l’ordine interno che è importante tenere per seguire il Signore. A volte il diabolico tentatore non gioca sul fatto di mandarci da altre parti, ma scambia l’ordine.
Ed è proprio quando scambiamo l’ordine, quando portiamo in primo piano ciò che è sullo sfondo, che allora rischiamo di fare danni.
Entriamo un po’ meglio in questi tre versetti.
Innanzitutto, c’è una chiamata. È Gesù che chiama quelli che vuole; quindi qui c’è un primo punto, perché siamo noi che dovremmo chiederci bene: “il Signore cosa chiede a me?” .
Cioè dovremmo scoprire la nostra vocazione.
Ammettiamo pure di averla scoperta, visto che qui si sta parlando dell’istituzione dei Dodici, dei 12 apostoli.
Quale compito hanno? Sono un consiglio amministrazione? Cosa devono fare? Quali obiettivi si pongono? Qual è il business plan?
Quindi, immaginando di passare su di noi le loro domande: Perché siamo qui noi? Perché facciamo squadra? In quale campionato, quale partita dobbiamo giocare?
La prima cosa che Gesù chiede ai Dodici e che chiede – quindi – anche a ciascuno di noi, è di stare con lui.
La prima cosa che ci chiede è di non fare niente: “Non fare nulla. Stai”.
Questo verbo – STARE – è profondo, fondamentale.
E’ un verbo che ritornerà anche quando parleremo dei rapporti umani, nella coppia e nella famiglia.
Quindi, prima di tutto, stare con Lui: questo verbo è importantissimo sia da un punto di vista psicologico sia da un punto di vista spirituale. Il primo compito è stare con il Signore e non fare niente. Stare.
E cosa vuol dire ‘stare col Signore’ ?
Pregare; leggere la Sua Parola; riposare, ma in maniera sana.
Stare: nel senso di nutrirsi di Lui, della Sua parola; guardare il cielo; godere della Sua bellezza.
Stare.
Vediamo ora il secondo compito che Gesù indica, la seconda richiesta.
Nei versetti riportati all’inizio abbiamo letto:
“Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare”.
Notare che si legge “e anche”, come a dire: la cosa più importante è STARE con il Signore; poi, va bene, c’è anche qualcos’altro, cioè andare a predicare.
La seconda cosa quindi che ci hai chiesto è quella di annunciare il Vangelo.
E la terza richiesta?
“Scacciare i demoni”: cioè operare concretamente, agire nel mondo per il bene dell’umanità, dei sofferenti, degli ultimi.
Quante volte invece noi siamo tentati, pur con le migliori intenzioni, di cambiare quest’ordine?
“Stare col Signore è una perdita di tempo, perché devo pregare? Perché devo stare fermo? C’è tanto bisogno, ci sono tante cose da fare. Guarda quanta gente soffre, guarda quanta umanità!”
E allora ci buttiamo, ci buttiamo a capofitto nel fare.
Ma il diavolo è furbo, molto furbo!
Sa che, se noi ci agitiamo per darci un gran daffare, lui dovrà semplicemente continuare ad ‘aumentare i giri del motore’ fino a che noi, impazziti, andremo completamente fuori giri e il motore si romperà.
Certo che è importante agire; non si può stare tutto il tempo a guardare le nuvole, gli uccelli del cielo e i fiori dei campi. No! Certo che dobbiamo agire.
Il nostro agire però deve avere un senso.
Si può anche non essere credenti, ma sostanzialmente questi versetti ci dicono che prima va cercato il senso del nostro agire e si deve continuare a nutrire il senso del nostro agire.
Poi, va annunciato qual è il senso e va messo in pratica.
Non si può agire senza averne trovato il senso.
Qual è il senso? E’ a questa domanda che occorre rispondere, altrimenti diventa una questione di tecnica. E allora ecco che, per esempio, dalla psicologia – che nasce per aiutare le persone che hanno dei malesseri – possono essere tratte delle tecniche che, usate come strumento di manipolazione, finiscono per sottomettere anziché aiutare.
Qual è il senso? Qual è l’orizzonte in cui noi ci poniamo?
Gesù ce lo dice chiaro e tondo: “Stai con me. Cerca il senso più profondo, poi ti muoverai”.
“Poi ti muoverai”. Poi. Perché, attenzione, muoversi senza avere un senso significa muoversi senza avere una direzione, come una nave che può andare dove vuole, ma non va da nessuna parte perché non sa scegliere.
Arrivederci al prossimo episodio.
Dario