Episodio 05 | Chi sbaglia NON paga…
Eccoci a una nuova pillola riguardante la pedagogia di Gesù.
Il brano che andremo brevemente a commentare appartiene al Vecchio Testamento e in particolare si tratta di tre versetti del Salmo 40.
“Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto.”
“Non hai chiesto Olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: <<Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà>> ”
“Mio Dio, questo io desidero: la tua legge è nel mio intimo.”
Questi versetti non si riferiscono direttamente a Gesù; non è direttamente Gesù che parla, ma in essi possiamo trovare molto del Suo comportamento, del Suo atteggiamento, di come Gesù si pone.
Il salmista si accorge che nonostante tutti gli errori, Dio non chiede in cambio sacrifici e offerte; non chiede olocausti né sacrifici per il peccato, per l’errore.
Non c’è una giustizia, diciamo così, riparativa.
Chiaramente stiamo parlando di Dio, non si sta facendo un discorso sulla giustizia umana che deve tendere alla giustizia di Dio.
Se la persona ha sbagliato, Dio non chiede di essere risarcito. Gesù non chiede, non ha mai chiesto di essere risarcito: “Hai fatto questo? Allora …”
Ad ogni modo, non è che allora va tutto bene.
E infatti il salmista è stupito; almeno, io leggo un senso di stupore in chi scrive il Salmo. Stupore, perché non gli è stato chiesto di pagare per il suo errore, per il suo peccato.
Ma è proprio questo che lo converte?
Allora ho detto: “Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà.”
Dio ha accettato la persona così com’è, non l’ha giudicata. L’abbiamo visto anche nell’episodio dell’adultera.
Qui è il Dio Jahvè, che non chiede in cambio qualcosa di fronte al peccato, all’errore; prende la persona così com’è. Ed è proprio questo accorgersi di essere presi così come siamo, che permette al salmista di dire:
“Ecco, io vengo.”
In un certo senso, se Dio avesse chiesto in cambio qualcosa per l’errore, per il peccato, forse non ci sarebbe stata conversione; forse, semplicemente, l’uomo avrebbe pagato il dovuto per rimettersi in pari.
Ma non sarebbe avvenuta nessuna conversione, nessun reale cambiamento, probabilmente ci sarebbe stata solo l’attenzione a non trasgredire per non pagare un’altra volta.
“Nel rotolo del Libro su di me è scritto di fare la tua volontà”.
In fondo Dio ci chiede questo: compiere la sua volontà.
“ Questo” dice il Salmista: “Io desidero: la tua legge è nel mio intimo”, la tua legge è penetrata dentro di me.
Perché? Perché non sono stato giudicato, non mi è stato chiesto di pagare per il mio errore. Sono stato preso così come sono.
Dio fa questo!
Carl Rogers, l’abbiamo già visto, dice:
“Il curioso paradosso è che quando io mi accetto così come sono, allora posso cambiare!”
Bene, Dio ci accetta così come siamo, non chiede che paghiamo pegno. Accettandoci così come siamo, aspetta semplicemente che anche noi ci accorgiamo di essere accettati da lui così come siamo e quindi – a questo punto – poter far entrare la Sua Legge, ovvero compiere la sua volontà nell’intimo del nostro cuore.
Arrivederci al prossimo episodio.
Dario