Episodio 04 |  Abbandonarsi alla Provvidenza.

Proviamo a vedere un altro atteggiamento di Gesù.
Questa volta partiamo dalle sue parole, da ciò che ha insegnato, per poi capire, o meglio, contemplare e vedere che questo insegnamento Lui l’ha messo in pratica ogni giorno della sua vita.

Siamo nel Vangelo di Matteo, al Capitolo 6 dal versetto 25, seguendo il testo nella traduzione della Bibbia di Gerusalemme:

“Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?
E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?
Perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure, io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?
Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.”

Proprio nell’ottica di guardare quella che è la pedagogia di Gesù, potremmo leggerlo anche in un altro modo, che non è contrario o diverso, ma integra tutte le riflessioni che da secoli si fanno sulla Provvidenza.
Gesù ci invita a vivere come Lui ha sempre fatto: a vivere con leggerezza.
Leggeri …
Chi ama andare in montagna, ma anche chi impreca tutti i Santi del Paradiso quando deve camminare perché non ne ha nessuna voglia, sa benissimo che quanto più pesa lo zaino, tanto più faticosa è la salita.

Nello zaino bisogna mettere solo ciò che serve; e ciò che serve per quel viaggio, non per un altro viaggio.
Se si deve fare un picnic e si prevede una mezz’ora di cammino, è una cosa; ma se si deve scalare un 4000 metri, è un’altra; oltre a dover considerare quanto si deve essere allenati. E oltre l’allenamento, si sa che lo zaino deve essere il più leggero possibile.

Gesù ci invita ad alleggerire, a vivere con leggerezza, a usare tanti trucchi nella nostra vita per essere leggeri.
Gesù stesso è stato una persona leggera. “Leggero” non significa banale, non significa mancanza di profondità, anzi.
“Leggero” significa concentrarsi sulle cose che servono, sulle cose che sono utili, sulle cose più profonde, su quelle che danno la vera gioia.

Quante volte roviniamo o non entriamo in relazione con gli altri per motivi futili?

Facciamo degli esempi: si invitano o non invitano le persone a cena a seconda di come sia in ordine la casa. Ma la casa è in ordine anche in base a quante cose ci sono dentro. Ecco allora che una sana sobrietà aiuta ad essere più leggeri, perché ci obbliga a tenere in ordine meno cose e ci dà più spazio per invitare gli altri.
Gesù non è un ingenuo, sia chiaro.
Nella sua vita si è dimostrato una persona estremamente concreta e questo brano non invita a mettersi seduti, a non fare niente perché tanto, in qualche modo, il cibo entrerà nello stomaco e verrà infilato dal Signore attraverso l’ago dello Spirito Santo.
No! Noi dobbiamo lavorare e farlo nella forma più semplice: se seminiamo oggi, raccoglieremo domani o dopodomani. E non possiamo seminare a caso: oggi dobbiamo seminare ciò che oggi va seminato, ciò che la natura prevede che oggi vada seminato. Quindi un minimo di programmazione, nella vita, serve.
Quindi Gesù non è contrario a questo; ma è contrario quando, per questo, vendiamo il nostro cuore alle cose, quando il colore delle unghie è più importante dell’altra persona, perché allora noi ci trasformiamo, ci appesantiamo, rendiamo pesanti le relazioni e, alla fine, cerchiamo addirittura di evitarle.

No, leggeri!

Gesù è stato leggero, è entrato in relazione con tutti, perché era leggero. A nessuno chiedeva chissà che cosa, non pretendeva dagli altri e offriva sé stesso, senza girarci troppo intorno: “Vuoi vestirti bene? Allora vestiti bene. Non ti interessa vestirti bene? Va bene lo stesso, vedi tu come e cosa devi fare.”

Riprendendo l’esempio di prima, ogni volta che invitiamo una persona a cena non c’è bisogno di fare la super-ultra-mega cena. Si invita la persona per la persona.
Stiamo leggeri, svuotiamo lo zaino e teniamo dentro solo ciò che è necessario.
E allora molti degli affanni della vita se ne andranno e si faranno spazio le cose che veramente contano.

Gesù è un gran pedagogo perché – oltre tirare fuori le nostre risorse – ci chiede anche di tirare fuori da noi e gettare tutte le cose inutili che ci rendono pesante il cammino.

Arrivederci al prossimo episodio.
Dario