Adesso ci addentriamo in un terzo passaggio che riguarda ancora più da vicino la relazione di coppia, quindi può aiutare a far volare qualche piatto e qualche padella in meno, non fosse altro perché i piatti rischiano di rompersi e le padelle volando possono rompere qualche cosa di prezioso che magari c’è in casa.

Riassumendo le puntate precedenti, nella prima abbiamo visto che tutto è comunicazione, nella seconda che la comunicazione è fatta di due componenti – quello verbale e quello non verbale che determina la relazione – concludendo che, se non ci si accorda sul contenuto, il problema è di relazione.

Come avevo anticipato all’inizio, questi ragionamenti sulla comunicazione non riguardano solo la coppia, ma possono riguardare in generale anche gli altri tipi di relazione.

Intanto, anche uno stesso ‘contenuto’ noi non lo diciamo ugualmente a persone diverse: se una persona mingherlina e dall’aria innocua ci pesta un piede in metropolitana, noi in modo più o meno gentile gli diciamo di fare attenzione; ma se a pestarci il piede è uno tipo King Kong Tyson, forse saremo noi a chiedergli scusa per aver messo il nostro piede sotto il suo…

Quindi uno stesso contenuto, una stessa situazione è vissuta e portata avanti in modo diverso a seconda di chi abbiamo di fronte. Comunicare con l’amministratore delegato dell’azienda è certo diverso che comunicare con la moglie, il marito, i figli, i colleghi pari grado; sperando, naturalmente, che ci sia sempre rispetto per tutti. La comunicazione quindi dipende anche dalla relazione in cui siamo inseriti.

Ora, noi tendiamo a ritenere che ciò che comunichiamo dipenda da quello che abbia fatto in precedenza l’altra persona – nel caso della coppia, il partner: cioè, “tu hai detto che vuoi andare al mare, quindi io rispondo a questo”. Finché le cose funzionano, questo non crea gravi problemi; il punto è che, se non ci si mette d’accordo su dove andare, la discussione, proprio perché attiene alla relazione, spesso degenera e si finisce per tirare in ballo suocere e suoceri, cognati e chissà quali altre faide familiari

Quindi, in queste situazioni di conflittualità, non solo si ritiene di avere ragione, ma si ritiene di avere reagito a comportamenti dell’altro: si continua a risalire all’indietro e – ma guarda un po’! –  è sempre l’altro che ha iniziato. Dimenticando che, in realtà, la comunicazione è qualcosa di circolare proprio perché attiene alla relazione.

È circolare perché io dico, faccio, comunico qualche cosa; l’altra persona percepisce e decifra la mia comunicazione e mi dà un suo ritorno. E proprio per questa circolarità, non c’è un prima e un dopo; magari si può capire un prima e un dopo proprio all’inizio, ma poi, nelle discussioni che si protraggono nel tempo e che non trovano la soluzione, è inutile cercare chi ha iniziato. Inutile e controproducente perché, una volta innestato, questo meccanismo “ha iniziato lui/lei” rischia di non fermarsi; e invece va fermato.

E proprio perché la comunicazione è circolare, in qualche modo possiamo dire che ciò che non funziona non sono le singole persone, io o tu, ma la comunicazione tra noi: anche due persone perfettamente ‘centrate’ possono avere problemi di comunicazione che portano la coppia a non funzionare.

Per uscire da una situazione di conflitto che sembra essere interminabile, c’è solo una soluzione: fare concretamente una cosa diversa. Se io vengo accusato di restare sempre muto o di essere disordinato o altro, la soluzione non è che io mi metta a cercare di dimostrare che in realtà non sono disordinato o non faccio il muto, bensì che, in qualche modo, io inizi a fare qualcosa di diverso: cambiare atteggiamento.

Quindi, regola per la coppia: non bisogna cercare i colpevoli, ma cercare modi per cui la comunicazione si ripari e porti la coppia a fare le scelte slegate da irrazionalità inutili, le scelte più adatte.

Come dice il personaggio interpretato da Marco Giallini nel film “Perfetti sconosciuti”:

<< Le coppie migliori sono quelle che sanno disinnescare >>.

Cioè quelle in cui uno dei due fa un passo indietro.

 

A presto
Dario