Prendo spunto per una breve condivisione da due frasi pronunciate da papa Francesco domenica 31 maggio. In entrambe ci mette in guardia da due pericoli: il primo pericolo è che da questa situazione si può uscirne migliori ma anche peggiori, dipende da noi; il secondo pericolo è che c’è un problema più grande dell’epidemia che è dimenticarsene, non darle senso, fare finta di niente.

Occorre imparare dalle situazioni e cercarer di uscirne migliori.

In tal senso vi propongo alcune letture. La prima, che trovate al link https://comunicatopsi.org/ , è una riflessione, ampia, sul fatto che le persone sono costituite anche da relazioni. Occorre tenerne conto quando si prendono provvedimenti altrimenti il rimedio rischia di essere peggiore del male. La seconda lettura è tratta da un blog e parla della difficile situazione che alcune realtà di assistenza a persone con disabilità stanno vivendo, che rischia di compromettere anni di lavoro e lasciare senza assistenza molte famiglie. Il rischio, per ora è solo un rischio, è che ancora una volta a pagare il prezzo più alto siano le persone più deboli. Lo trovate al seguente link: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3005239389564860&id=235978246491002

Infine un ultimo pensiero rivolto alla chiesa e ai suoi esponenti di spicco. Credo che la situazione di difficoltà che molte famiglie vivono in tante parti di Italia chieda un gesto evangelicamente profetico: condividere le risorse. Mettiamoci in gioco come semplici fedeli e come istituzione per inventare percorsi di vicinanza e condivisione.

Riflettere e agire ci aiuta, non ce lo assicura, ad uscirne migliori e a dare un senso a tutta la sofferenza che si sta vivendo.