Vorrei condividere con voi l’esperienza che in questi giorni sto facendo rispetto al TEMPO. I motivi che mi muovono a farlo sono molto semplici. In questi giorni, e come me credo moltissime persone, ho “ristrutturato” il tempo giornaliero.
Le ore del giorno
Le ore del giorno sono sempre ventiquattro ma sono “riempite” diversamante rispetto a prima.
È inoltre un tempo di attesa, di paura, di dolore, di fatica, di speranza.
È un tempo non atteso e che dobbiamo viverlo contro la nostra volontà.
È un tempo che non passa ma è anche un tempo che non basta.
Andrò quando ho tempo
In febbraio mi sono ricordato di una persona che non vedevo da tempo e che sapevo che desiderava vedermi. Mi sono detto: “Andrò quando ho tempo” ma ora quel tempo non c’è più perché è morta. Il computer lento, che ci mette troppo ad avviarsi, circa cinque secondi; il tempo che scorre lento in attesa che qualcosa cambi. Un tempo che vogliamo riempire perchè il tempo vuoto ci fa paura. E la Parola di Dio che ci parla del tempo dell’uomo e del tempo di Dio. Nel salmo 6 la persona in preghiera grida a Dio:
“L’anima mia è tutta sconvolta, ma tu, Signore, fino a quando …?”.
E Gesù, lo leggiamo nella V domenica di Quaresima, che arriva quando Lazzaro è già morto. Arriva in ritardo e tutti glielo fanno notare. Tanto che il corpo dell’amico è già da quattro giorni nel sepolcro e manda cattivo odore. Ormai per tutti la speranza è al di là del tempo, le sorelle di Lazzaro sanno che ci sarà, in futuro, la vita eterna. Ma il Signore fa una cosa: porta qui quel tempo eterno nel nostro oggi. Lazzaro torna in vita, non domani, non chissà quando, ma ora!
E se non credo?
E se non credo? Non lo so. Chiedo perdono ma non sono capace di tradurre questa speranza con altre parole. Attendo le tue perché aiuteranno anche me.